Che cosa ci dicono le storie degli immigrati? Perché è importante approfondirle, non voltarsi dall’altra parte? Dietro ogni racconto c’è un dolore diverso. C’è una sofferenza di fondo, che rimane anche quando tutto finisce, anche se sono arrivati in Italia, hanno un lavoro, una casa, una famiglia. Certi orrori non potrai mai dimenticarli, non ti abbandoneranno mai. Una volta che il tuo cuore ha conosciuto la paura, lì albergherà per sempre. Abbiamo raccolto alcune testimonianze con l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri del foro di Roma – a detta di molti uno dei migliori avvocati immigrazionisti in Italia – per condividerle con voi lettori del nostro blog.
La storia di Aisha
“Ho perso mio fratello durante la traversata. Non ce l’ha fatta a superare il dolore, il panico, l’ansia. L’ho visto morire di fronte a me. L’ho visto cadere giù nel mare. E come lui, tante altre persone che erano su quel maledetto barcone della speranza. Quel giorno mi sono aggrappata alla fede. Quando sono arrivata in Italia, non avevo più nulla. Solo uno straccio addosso per proteggermi. Ma mi sentivo morire. Era stato mio fratello a salvarmi. Che motivo avevo di andare avanti? Ho deciso poi di non mollare, di rialzarmi, di onorare la sua vita.”
La storia di Ahmad
“Morte e dolore, caos e poca speranza. È stato un viaggio delirante, ai limiti della decenza e dell’umanità. Ancora oggi, se ci ripenso, mi sento male. È nei miei incubi costanti. Ricordo che i primi giorni dopo essere arrivato in Italia non mangiavo, non dormivo, per paura di rivivere l’orrore. Con il tempo, mi sono abituato, ho riposto quel viaggio nella parte più nascosta della mia memoria. Non serve, però, perché alla fine c’è anche un po’ di felicità. Ce l’ho fatta a superare il terrore di non essere accettato in Italia. Sono riuscito a crearmi un lavoro. Ho una casa e una famiglia da cui tornare alla sera. Se ripenso a come stavo prima, mi sembra incredibile avere tutto questo. Ho pagato però il prezzo più alto: l’amore che oggi ho non è stato gratis.”
Il racconto di Rashad
“Com’è stato il mio viaggio della speranza? Sono fuggito dal mio paese perché ne avevo ormai solo paura. Vivevo nel terrore. Alcune persone cercavano di estorcermi denaro, mi minacciavano. La violenza non la posso dimenticare. Quando ho racimolato qualche soldo, ho pagato un biglietto. Non sapevo come saremmo partiti, ma non pensavo così. Non c’erano cibo e acqua promessi durante il viaggio. Eravamo ammassati, un carro da bestiame. Mi hanno anche ingannato, perché mi avevano detto che qui avrei trovato lavoro. Invece sono stato portato a un centro di accoglienza, non sapevo nemmeno se potevo rimanere in Italia. Mi ha aiutato l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri a ottenere il permesso di soggiorno. Con il tempo, ho trovato anche la mia strada, la mia felicità. Il mio pezzo di mondo qui in Italia, dove non me ne andrei mai. Perché è stato come rinascere e venire al mondo una seconda volta.”